Onorevole Ministro,
le nostre Organizzazioni che, riunite in Confturismo-Confcommercio, rappresentano nel modo più ampio la
filiera italiana del turismo, sanno bene che il ruolo di ciascuna delle categorie di imprese e professionisti
rappresentate – e del settore nel suo complesso – sarà fondamentale nel rilancio del Paese al termine della
crisi in corso: forse il più importante, in considerazione della trasversalità economica che da sempre
caratterizza il turismo.
Ma perché ciò possa avvenire bisogna che il sistema si presenti integro all’appuntamento con la ripresa,
evitando che grandi gruppi della finanza mondiale, che da tempo hanno puntato gli occhi su questa nostra
grande risorsa nazionale, possano compiere agevolmente campagne di acquisizione a basso costo,
trasferendo così nel PIL di altri paesi una parte cospicua del valore aggiunto che il turismo italiano genera.
Siamo stati i primi a soffrire, su scala nazionale, gli effetti dell’epidemia da COVID-19 e dei provvedimenti
adottati per contenerla. Quando, alla fine di febbraio, i primi DPCM delimitavano a un ristretto numero di
Comuni della Lombardia e del Veneto le cosiddette “zone rosse”, già venivano sospesi, in tutto il Paese, i
viaggi d’istruzione, segmento di domanda rilevante proprio in questo periodo dell’anno, i cui proventi sono
stati del tutto azzerati con danno non solo per le nostre categorie ma anche per le istituzioni scolastiche e le
famiglie degli studenti. Contestualmente venivano limitati gli orari di apertura della ristorazione e chiuse
pressoché tutte le attività di intrattenimento fuori casa.
I successivi provvedimenti - e l’eco mediatica suscitata soprattutto all’estero - hanno dapprima azzerato i
flussi turistici incoming, mentre i blocchi imposti da altri Paesi sortivano il medesimo effetto sull’outgoing, e
quindi fermato definitivamente anche il turismo interno. In buona sostanza quindi si sono totalmente fermati
nel giro di pochi giorni tutti i segmenti di domanda, dalle vacanze al business travel, al culturale, al
congressuale, al benessere, al turismo enogastronomico, al nightlife tourism, mentre le componenti più
stagionali, ad esempio balneare e montano, non sono neanche arrivate alla fase di prenotazione. Di tutta
evidenza quindi la necessità di un intervento urgente a supporto delle categorie più direttamente coinvolte:
attività ricettive alberghiere ed extra alberghiere, pubblici esercizi come ristoranti, bar e locali di
intrattenimento, attività dell’intermediazione come agenzie di viaggi e tour operator, stabilimenti balneari,
porti turistici e professionisti come guide e accompagnatori turistici.
Inoltre, in favore di agenzie di viaggi e attività ricettive e delle loro attuali esigenze di liquidità, è stata prevista
dai decreti legge n.9 e n.18 di marzo la possibilità di procedere con voucher ai rimborsi dovuti. Si tratta di
un titolo che comunque rappresenta un impegno nei confronti del consumatore e che sarebbe opportuno
garantire in maniera adeguata. Infatti, anche limitandosi al solo caso dei pacchetti di viaggi e dei servizi
turistici collegati, per i quali è prevista per legge l’esistenza di fondi di garanzia a copertura dei casi di
insolvenza o fallimento dell'organizzatore o del venditore, i voucher emessi non possono essere inseriti in
tale garanzia. Questo in quanto il sistema attuale, nato dalla riforma del 2015, non prevede – né poteva
prevedere – la situazione contingente, che pone contestualmente a dura prova l’operatività di tutte le
imprese del comparto. Restano poi al di fuori di quest’ultima casistica i voucher emessi dagli operatori del
ricettivo.
Quanto sin qui descritto comporta la necessità di un intervento straordinario, fuori dagli schemi fino ad ora
adottati, per la costituzione di uno o più fondi di emergenza dedicati al settore, che ammortizzino il
contraccolpo del fermo totale delle attività, pongano gli operatori nella condizione di riaffacciarsi sul mercato
con la loro offerta nel momento della ripartenza, riducano al massimo l’impatto sui livelli occupazionali ed
assicurino il rispetto degli impegni presi in questa fase con i clienti dei loro servizi.
Siamo pertanto a richiederLe di volere istituire ed aprire con urgenza un tavolo tecnico, con l’eventuale
partecipazione dei rappresentanti di altri dicasteri che riterrà utile coinvolgere nell’iniziativa, per affrontare
il tema e individuare le soluzioni più adeguate da adottare in merito a quanto segnalato.
Ringraziando per l’attenzione porgiamo i più cordiali saluti.